Dati “portabili”. Cosa significa e quando è possibile.
Uno dei diritti che tutti noi abbiamo ai sensi delle disposizioni sulla privacy (e quindi anche i clienti nei nostri confronti!) è quello alla c.d. “portabilità”. Si tratta di qualcosa di simile alla possibilità di portare, ossia di trasferire, il nostro numero di telefono da un operatore ad un altro.
Bisogna però sapere, per chiedere correttamente o per fare in modo di esaudire la domanda senza rischiare seccature, che questo diritto si applica solo a determinate #condizioni.
Infatti è esercitabile solo:
💡 se il rapporto si basa su di un contratto oppure
💡 sul consenso dell’interessato e, soprattutto,
💡 si deve trattare di dati processati con strumenti elettronici, nel senso che il diritto alla portabilità non riguarda archivi e documenti cartacei.
#Cosa dobbiamo ricevere (o cosa dobbiamo consegnare al richiedente)?
💾 Innanzitutto i dati che ci (o lo) riguardano.
💾 I dati, poi, che abbiamo conferito volontariamente e consapevolmente, con i form, per esempio, con i commenti, con i messaggi via email, ma anche i dati che possiamo osservare in relazione alle nostre attività, come la cronologia dei messaggi, degli ascolti su una piattaforma audio/video in streaming, delle nostre attività sulla piattaforma di gestione delle attività sportive (percorsi, andature, record, condizioni cardiovascolari, ecc.), perché sono dati che abbiamo, in fin dei conti, “fornito” volontariamente.
Cosa, invece, #non possiamo pretendere?
🖥️ I dati inferiti o
🖥️ derivati dall’osservazione o dall’elaborazione delle nostre attività da parte del titolare (la nostra controparte), per esempio quelli ottenuti con l’utilizzo di particolari algoritmi.
Infine, la nostra richiesta, per quanto debba, con le precauzioni di cui sopra, essere accolta, non deve però ledere diritti di altri interessati.
E su questo è bene fare attenzione.
La scheda del Garante:
#privacy dataprotection #accesso #diritti #portabilità
Immagine di copertina: https://mattermost.com/