Privacy e Data Protection

 

Parliamo spesso indifferentemente di privacy e di data protection. Ma sono proprio la stessa cosa? Effettivamente no, anche se si assomigliano molto.

Il termine #privacy è stato utilizzato per la prima volta negli Stati Uniti, verso la fine del 1800, in un famoso articolo pubblicato sulla rivista The Harvard Law Review da due avvocati, infastiditi dall’intrusione di alcuni fotografi durante il matrimonio della figlia di uno dei due, evento pubblico ma pur sempre “intimo” e privato.

Ancora oggi, dopo essere stato inserito come un diritto fondamentale dell’individuo nell’art. 8 della Convenzione Europea sui diritti dell’uomo, è riferibile al rispetto per la vita privata, familiare, dei luoghi di abitazione, delle proprie comunicazioni, della propria intimità.

Ha, dunque, un significato più ampio e profondo del termine #dataprotection, più europeo, come sottolineato dagli esperti e sorto dopo la seconda guerra mondiale anche come reazione alle conseguenze delle discriminazioni causate dai regimi totalitari dell’epoca.

Quest’ultimo ha quindi un ambito concettuale, non meno importante, ma più limitato, relativo alla protezione dei dati e delle informazioni personali, alla legittimità del trattamento, alla limitazione delle finalità, alla necessità di corrette basi giuridiche per il trattamento stesso, ai tempi di conservazione, ai diritti che sono assicurati agli interessati.

Questi ultimi principi fondamentali sono perfettamente espressi nell’art. 5 del Gdpr, il Regolamento Europeo che tutti conosciamo: si tratta non solo di proteggere la sfera intima e riservata delle persone ma anche di gestire correttamente i dati; da un lato ne deve essere assicurata doverosa protezione; dall’altro assicurato il controllo, sia mediante la possibilità per gli interessati di azionare i propri diritti, sia mediante le attività di verifica ed eventuale sanzione da parte delle autorità.

Long life to privacy and data protection!