Sì, è abbastanza vero, ma non credo che “mal comune mezzo gaudio” sia un buon modo di presentarsi alla clientela.

Nella foto, per esempio, si possono trovare ben due notevoli “mancanze” di conformità che denotano, quanto meno, una certa disattenzione.

 

 

In questi giorni sto lavorando con due nuovi clienti e, come spesso mi capita, faccio un salto sul loro sito (che non è quello in foto!) per vedere come si presentano al pubblico. Talvolta, quando rilevo qualche “pecca”, nella giusta occasione la evidenzio.

Tuttavia molto spesso mi sento rispondere “… eh, però fanno tutti così!”

E’ vero, accade ancora tutti i giorni.

Però ci sono molti elementi e diversi studi che dimostrano come la consapevolezza degli utenti stia cambiando, basti pensare alle ormai famose pubblicità di grandi player sulla privacy dei dispositivi.

Per questo penso che, forse lentamente, ma ci si stia tutti accorgendo sempre più che il controllo delle nostre informazioni debba essere maggiore e che un modo per farlo sia pretendere di avere a che fare solo con operatori seri.

Basta pensare a come siamo stanchi di essere seccati più volte al giorno con le promozioni commerciali, che sono né più né meno che dei “maltrattamenti” dei nostri dati e, quindi, di noi stessi. 

 

Se un’azienda si presenta male sin dall’inizio beh, insomma: è un segnale che non dovremmo sottovalutare.

Spesso le modalità di progettazione e costruzione delle interazioni con gli utenti e le forme di comunicazione lasciano a desiderare, proprio come evidenziato nella foto, tratta dal sito di una grandissima società italiana.

Ci possono essere errori di forma ed errori di sostanza. Ma spesso la forma è anche anche sostanza. E nella privacy questo conta molto.

Un errore di forma, per esempio, è nel banner cookie, perché non è “disegnato” come previsto dalle ultime indicazioni del nostro Garante (non riporta tutte le indicazioni e funzioni obbligatorie).

Ma è anche un errore di notevole sostanza, perché significa che l’azienda effettua dei trattamenti illeciti, perché condiziona la navigazione all’installazione dei cookie (lo scrolling la abilita) e perché non gestisce in modo separato i cookie tecnici da quelli di diverso tipo.

Si potrebbe continuare ma un altro grave errore, questa volta di vera e propria sostanza, sta nel chiedere la prestazione di un consenso obbligatorio per creare una registrazione e, al contempo, per altre finalità, come il marketing.

La registrazione alla piattaforma per verificare lo stato delle consegne, infatti, è un rapporto che ha natura contrattuale, con la conseguenza che non è necessario fornire un consenso al trattamento dei dati per questa finalità: fornire i miei dati è necessario e connaturato alla gestione della mia richiesta, con la conseguenza che se non li fornisco, il rapporto non può sorgere. Ma non è obbligatorio che io lo faccia e, tanto meno, che io fornisca alcun consenso.

Vediamo cosa c’è scritto nell’Informativa che si può scorrere prima dei consensi.

 

XXXX S.p.A. tratta i Suoi dati personali per dar corso a Sue specifiche richieste, oppure quando è necessario nell’ambito di un contratto o ai fini della conclusione ed esecuzione dello stesso, o dell’esecuzione di misure precontrattuali adottate su Sua richiesta. Il trattamento dei Suoi dati potrà altresì avvenire in conformità ad un obbligo di legge. Per queste finalità il conferimento dei dati è necessario, in mancanza dello stesso non è possibile fornirLe il servizio richiesto. …” 

 

La Società, invece, accorpa, accomuna e chiede un unico consenso anche per altre finalità, come si vede qui di seguito.

 

Inoltre, XXXX S.p.A. potrà trattare i Suoi dati personali nel caso in cui Lei avesse rilasciato un esplicito e facoltativo consenso per attività di marketing, ovvero per attività di profilazione. Con il Suo consenso alla profilazione, XXXX S.p.A. effettuerà, con mezzi informatici automatizzati, delle analisi o elaborazioni volte a rilevare le preferenze di utilizzo dei servizi offerti al fine di migliorarli e renderli più aderenti alle Sue esigenze, sia aggregando i dati in classi omogenee sia elaborando profili individuali. …

 

Le attività di marketing e di profilazione devono essere assistite dalla prestazione di un consenso ma questo consenso deve essere separato e distinto per ciascuna di tali attività.

Il punto di sostanza è proprio questo: non è lecito subordinare la prestazione di un servizio contrattuale alla dazione di un consenso per altre finalità, come avviene in questo caso.

Non sono tanto sicuro, quindi, che dire “così fan tutti” sia un modo efficace di gestire i rapporti con i propri clienti. Ne va anche della reputazione della propria organizzazione.  

Sul sito della foto non mi sono, ovviamente, registrato e ho recuperato senza difficoltà le informazioni in altro modo.

Le aziende che presteranno maggiore attenzione a questi argomenti non solo eviteranno sanzioni, ma acquisteranno, a mio avviso, maggiore credibilità e fiducia nel pubblico, con conseguenti maggiori profitti.

E’ utopia crederlo?