Green Pass, cos’è, come funziona e cosa serve sapere dal 6 agosto

 

A partire dal 6 agosto sarà necessario esibire il Green Pass per accedere ad alcuni servizi.

Si tratta, in particolare, dei seguenti settori:

  • ristorazione e somministrazione per il consumo al tavolo nei luoghi chiusi,
  • spettacoli, eventi, competizioni sportive,
  • musei e mostre,
  • piscine, palestre, centri benessere,
  • centri termali, parchi acquatici e di divertimento,
  • sagre, fiere, convegni, congressi,
  • centri culturali, sociali, ricreativi per le attività da svolgere al chiuso,
  • sale gioco, sale scommesse, bingo, casinò,
  • concorsi pubblici.

Per la verifica del Green Pass, o Certificato Verde, gli esercenti e i titolari dei servizi sopra indicati dovranno seguire le indicazioni contenute nel Decreto Legge n. 105/2021 (v. art. 3: impiego certificazioni verdi Covid-19). Il provvedimento è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale n. 175 del 23 luglio scorso ed è entrato in vigore lo stesso giorno.

 

Cos’è il certificato COVID digitale dell’UE?

Il regolamento sul certificato digitale dell’Unione Europea è entrato in vigore il 1º luglio. Il certificato potrà essere rilasciato a tutti i cittadini e i residenti dell’UE e verificato in tutta l’Unione.

Il certificato è una prova digitale che attesta che una persona

  • è stata vaccinata 
  • è risultata negativa al test oppure
  • è guarita dal Covid.

Il certificato può essere digitale o cartaceo, è dotato di un codice QR, è gratuito, è disponibile nella propria lingua e in inglese ed è valido in tutti i paesi dell’UE.

Le autorità nazionali sono responsabili per il rilascio dei certificati, che possono essere rilasciati dai centri che effettuano i test, dalle autorità sanitarie o direttamente tramite un portale, come avviene per quelli regionali (1).

La versione digitale può essere salvata su un dispositivo mobile ma è possibile anche utilizzare la versione cartacea: su entrambe le versioni è disponibile un QR Code con le informazioni essenziali e una firma digitale che ne garantisce l’autenticità.

Lo scopo è quello di fare in modo che le restrizioni attualmente in vigore e dipendenti dall’epidemia possano essere, via via, revocate.

In caso di viaggi, anche all’estero, chi è in possesso del certificato dovrebbe, in linea di principio, essere esonerato dalle restrizioni alla libera circolazione: gli Stati membri dovranno sostanzialmente astenersi dall’imporre restrizioni a meno che non siano necessarie e proporzionate per tutelare la salute pubblica. 

 

Come funziona e come avviene la verifica

Il Green Pass contiene un codice a barre bidimensionale (QR Code) con firma digitale del Ministero della Salute per impedirne la falsificazione. Sia in formato digitale sia in formato cartaceo deve essere verificato con l’app ufficiale e gratuita VerificaC19, che può essere installata su qualunque dispositivo mobile da Play Store di Google o da Apple Store e funziona anche senza connessione internet.

VerificaC19, pur con diverse problematiche evidenziate dagli esperti(2), è l’unica app ufficiale per la lettura del QR Code e non memorizza alcun dato personale dal green pass.

Dal 6 agosto, dunque, più o meno le verifiche dovrebbero avvenire in questo modo:

  • l’interessato mostra il QR Code,
  • l’app VerificaC19 legge il codice e mostra graficamente la validità del Pass, con il nome e la data di nascita della persona,
  • su richiesta l’interessato esibisce un documento d’identità per verificare la corrispondenza dei dati anagrafici.

Resta fermo che i controlli non si applicano ai soggetti esclusi dalla campagna vaccinale per età o sulla base di certificazione medica.

Qualche problema, come già sottolineato, deriverà senza dubbio dalle richieste che saranno fatte di produzione di copia dei documenti di identità: evidente, infatti, che un conto è esibire il proprio documento per confermare la propria identità e la titolarità del certificato vaccinale, altro conto è quello, presumibile, dei molti esercenti e servizi che chiederanno il preventivo invio di copia dei documenti (ad esempio in sede di prenotazione al ristorante: che fine faranno le tante copie dei documenti inviati?).

Il suggerimento, dunque, sia per i cittadini sia per gli esercenti dei servizi è quello di non improvvisare protocolli diversi da quelli ufficiali e di evitare di raccogliere e conservare copie dei certificati e dei documenti di identità, poiché ciò costituirebbe trattamento di dati, anche relativi alla salute, con conseguenti importanti implicazioni in materia di trattamento e protezione dei dati personali.

 

Note:

  1. Cfr. https://www.dgc.gov.it/web/.
  2. https://www.repubblica.it/tecnologia/2021/07/31/news/il_sistema_del_green_pass_ha_un_buco_di_sicurezza_la_scoperta_swascan-312372691/.